Il capoluogo lombardo è primo in classifica per il secondo anno consecutivo. L’edizione extra large 2019, che celebra i 30 anni dell’indagine del Sole 24 Ore e misura il benessere nelle province e nelle città metropolitane italiane con 90 indicatori, mette in luce le performance positive delle grandi città, ma anche i primati delle province autonome di Trento, Bolzano e Aosta. Ultima Caltanissetta.
di Marta Casadei e Michela Finizio
Miracolo a Milano. Il capoluogo lombardo si conferma in testa alla classifica della Qualità della vita del Sole 24 Ore 2019. Una edizione extra large con 90 indicatori che celebra il trentesimo anniversario dell’indagine che fotografa il benessere nelle province italiane. Agli antipodi, Caltanissetta, all’ultimo posto per la quarta volta nella storia dell’indice.
A dare la spinta a Milano sono fattori diversi: l’andamento controcorrente dal punto di vista demografico, con un aumento dei residenti che continua costantemente dal 2012, ma anche lo stile di vita sempre più verde e sempre più smart (la città è prima nell’ICityRank, l’indice di ForumPa che valuta le città intelligenti). E, ancora: l’offerta culturale particolarmente nutrita, i piani di sviluppo della periferia e la locomotiva imprenditoriale che in città genera lavoro e ricchezza, tanto da attirare nuovi abitanti. Unico neo: la sicurezza, complice l’alto numero di reati denunciati.
Sul podio l’efficienza delle province autonome
Subito dietro il capoluogo lombardo, nella classifica generale 2019, si confermano le piccole località dell’arco alpino che fin dalle prime edizioni hanno popolato i vertici della classifica: Bolzano, Trento e Aosta . Province da primato ciascuna in uno o più categorie:Bolzano nella «Demografia e società»; Trento in «Ambiente e servizi»; Aosta in «Ricchezza e consumi». Realtà piccole che funzionano bene e, oltretutto, beneficiano di una gestione autonoma a livello provinciale.
La crescita delle grandi metropoli da Nord a Sud
Nella top ten delle città più vivibili, dove si incontrano anche Trieste (5ª) e Treviso (8ª), quest’anno entrano Monza e Brianza, che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna sette e arriva al settimo posto e – a chiudere la top ten – Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti.
Se il caso di Milano è emblematico, soprattutto perché dopo il boom dello scorso anno la leadership è stata confermata, la classifica 2019 fotografa le performance positive di tutte le grandi città della Penisola (ad eccezione di Bologna, che registra un leggero calo): Roma , diciottesima, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno.
Crescono anche Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20°), e Genova, sale di 11 gradini (45°), Firenze (+7, al 15° posto) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Il trend coinvolge anche le grandi città del Sud: Napoli , pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81°), rispetto alla scorsa edizione della Qualità della vita ha all’attivo una salita di 13 posizioni, mentre Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto.
Il divario con il Mezzogiorno
Il gap tra Nord e Sud, una costante nelle fotografie scattate dalla Qualità della vita, non va dissolvendosi: la coda della classifica, infatti, è tutta concentrata nel Mezzogiorno con Enna al 104° posto, Foggia al 105° e Crotone al 106° prima della già citata Caltanissetta.
Il divario emerge soprattutto se si analizzano le performance su base regionale: Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia sono sul podio, seguite dal Veneto, presente nella top 10 con tre province, dall’Emilia Romagna – che cresce, soprattutto nella classifica di tappa «Affari e lavoro» – e dalla Lombardia. In fondo alla classifica, invece, ci sono Sicilia e Calabria, rispettivamente ultima e penultima.
FONTE: ilsole24ore.com