Nell’anno della pandemia la concentrazione di inquinanti come il biossido di azoto (NO2), possibile causa nell’uomo di diversi problemi respiratori, è diminuita in tutta Europa, fino quasi a dimezzarsi rispetto al 2019 nei mesi del lockdown, soprattutto in Spagna, Francia e Italia.
Si è registrato un lieve aumento nel periodo estivo di luglio e agosto, dovuto alla quasi normale ripresa delle attività, mantenendosi, tuttavia, a livelli più bassi del 10%-20% rispetto allo stesso periodo del 2019.
La notizia deriva dai dati raccolti dal satellite sentinella della Terra, Sentinel-5P, e dal monitoraggio degli stessi effettuato su 5 città europee (Madrid, Milano, Parigi, Budapest e Berlino).
La registrazione di diminuiti livelli di NO2 è sicuramente imputabile alla riduzione di traffico e attività industriali, come confermano gli esperti.
Per Bas Mijling, del KNMI (Koninklijk Nederlands Meteorologisch Instituut), l’impatto della quarantena sui livelli di biossido di azoto “è stato più marcato nel Sud dell’Europa, dove la riduzione nei mesi di marzo e aprile è stata del 40-50%.
Una ricerca più ampia e approfondita, e su un periodo di tempo più lungo- conclude – è attualmente in corso per misurare l’impatto complessivo delle misure di lockdown sulla qualità dell’aria e sul clima”.